Rosa rossa come Donna d’Arte
(Tango-Taranta, ricordando il Futurismo e Valentine De Saint Point)
Eventi di arte-spettacolo a cura di Vitaldo Conte
Trepuzzi – Centro Polifunzionale (via Surbo) / 16 maggio 2009 – ore 20
Vaste – Piazza Dante / 17 maggio 2009 – ore 20
L’iniziativa, ideata dal critico d’arte Vitaldo Conte, è costituita da due eventi nel Salento, distanziati di un giorno: il 16 maggio a Trepuzzi, il 17 a Vaste. La manifestazione si predispone a divenire un’imprevedibile “esposizione” di arte-spettacolo, attraversando vari momenti: interventi vari; proiezioni video: sul Tango-Taranta di Rosa Maria Francavilla e Tiziana Pertoso; sull’arte corporale di Tiziana Contino; sulla ri-lettura del Futurismo di Maristella Petrolo e Riccardo Scavo, ecc. Interventi dal vivo dei musicisti salentini Francesco Del Prete (violino), Nadia Martina (voce) con Rocco Nigro (fisarmonica).
L’iniziativa è patrocinata da: Regione Puglia / Assessorato alla Cultura / APT – Lecce
Provincia di Lecce / Assessorato alla Cultura
Comune di Trepuzzi Comune di Poggiardo
La rosa rossa non “appare” solo nella devozione dell’amante o nell’immaginario del poeta e dell’artista – nota Vitaldo Conte -: può “emergere” come passaggio di una creazione perturbante. Come la vita e il palpito di una stagione del desiderio può morire ma anche, imprevedibilmente, rinascere in una nuova esistenza o espressione. La rosa antica, perduta, con il suo odore, può diventare la metafora di un mondo che non si ritrova più: questa nostalgia è simile a quella dell’antico tanguero, a Buenos Aires, “cosciente” dell’ineffabilità dell’attimo fuggente. Questo immaginario diviene una metafora della creatività: l’artista (come il tanguero) esprime la palpitante nostalgia-mancanza, doppiandola nella propria espressione.
Il tango ha influenzato, con la sua struggente ed erotica significazione, i linguaggi della creatività. Agli inizi del tango la donna – come segno di sfida verso l’uomo – stringeva fra i denti, talvolta, una rosa rossa che voleva significare un’arma invisibile: per “combattere” disarmata, ma non per questo meno pericolosa.
La provocazione e la licenziosità delle origini del tango furono “purgate”, successivamente, per avere accesso nei salotti esclusivi della borghesia, a Parigi come a Buenos Aires. E’ sintomatica, in tal senso, una lettera dell’11 gennaio 1914 di Marinetti dal titolo Abbasso il tango e Persifal, in cui questi denunziava l’illanguidimento della danza con i suoi “cadenzati deliqui”. Probabilmente l’essenza antica del tango, che “racchiude in sé, come tutto ciò che è autentico, un segreto” (J.L. Borges), è ormai perduta come quella della rosa rossa.
Il richiamo alla lettera sul tango di Marinetti è anche un modo per “ricordare” il centenario della nascita del Futurismo, avvenuta nel 1909. In questo innovatore movimento merita una rilettura opportuna la singolare figura di Valentine de Saint Point (scrittrice, danzatrice, artista), autrice, tra l’altro, dei manifesti sulla Donna futurista (1912) e sulla Lussuria (1913).
I passaggi immaginali enunciati possono divenire “lettura d’arte” di un’emancipazione, interiore e simbolica, della donna, anche in espressioni di esibizione maschile come il Futurismo e il Tango: la donna “icona” di desiderio nel Tango, soggetto dell’esorcismo simbolico nella Taranta, protagonista segreta e illuminante nel Futurismo.