A+B+C/F=Futurismo. 100 anni di parole in libertà
June 14 – July 26, 2009
*Inauguration Sunday, June 14th at 5pm
Palazzo del Monferrato and the Museo del Cappello (Alessandria)
Curated by Sabrina Raffaghello and Roberto Borghi
La città di Alessandria, nelle sedi di Palazzo del Monferrato e Museo del Cappello, ospiterà dal 14 giugno al 26 luglio 2009 la mostra A+B+C/F=FUTURISMO, a cura di Sabrina Raffaghello e Roberto Borghi. La mostra, che raccoglie nella sezione centrale tutti i più importanti manifesti della storia del Futurismo, inaugurerà domenica 14 giugno 2009 alle ore 17.00 con una conferenza-spettacolo di Philippe Daverio in collaborazione con Cristophe Daverio e Anna Rosa Faina Gavazzi.
Il percorso espositivo si apre con il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti pubblicato su Le Figaro il 20 febbraio 1909 per presentare nelle sale del Palazzo quasi quattro decenni di produzione teorica che, partendo dalla grande importanza che il Futurismo ha conferito all’aspetto iconico della parola ed elaborando testi che sono stati pensati anche come opere d’arte visiva, riproduce segni e stilemi entrati a far parte del nostro background iconografico.
Seguendo il principio di contaminazione tanto caro ai “rivoluzionari” futuristi la grafica della mostra e’ stata pensata dall’artista contemporaneo Ugo Nespolo che ha contestualizzato un disegno grafico e progettuale rendendo testimonianza di come il messaggio e il linguaggio futurista siano diventati universali.
Fin dalla sua nascita, il Futurismo è stato caratterizzato dalla produzione di “manifesti”, vale a dire di dichiarazioni programmatiche dedicate alle diverse arti, ma anche agli aspetti pratici della vita quotidiana, pubblicati sui più vari organi di stampa. Questo desiderio di “manifestare” è connaturato all’essenza stessa del movimento fondato da Marinetti cento anni fa.
Il Futurismo ha infatti coltivato la pretesa di “ricostruire” a propria immagine e somiglianza nientemeno che “l’universo”, cioè di reinventare la realtà a partire dalle proprie idee, e per farlo ha tentato di convincere della positività di questa impresa una vasta schiera di seguaci.
I “manifesti futuristi” saranno il corpus centrale del percorso espositivo della mostra e offriranno una chiave di comprensione fondamentale per la storia del movimento. Il percorso si articolerà in diverse sezioni come la moda e il costume, le donne e il futurismo, la musica, il cinema, la pittura e la scultura, nelle quali sono esposti dipinti, fotografie con un importante corpus proveniente dal Museo Alinari di Firenze; libri e lettere dei più rilevanti esponenti del movimento con un contributo fondamentale proveniente dalla Collezione Wolfson di Genova e dalla Collezione Nespolo, ma anche di figure sottovalutate e allo stesso tempo di grande interesse.
In particolare Palazzo Monferrato ospiterà una dettagliata rassegna di Futuristi piemontesi e una sezione intitolata The visionary man, quasi una “mostra nella mostra” che comprende più di 30 opere di Antonio Sant’Elia poste a confronto con il pensiero sull’architettura di Daniel Libeskind. Il Museo de Cappello ospiterà invece la sezione dedicata al tessuto e alla moda, partendo dai manifesti della moda futurista e del cappello: tra le opere esposte il Panciotto di Depero e il Cappello Futurista.
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