COLLAUDI. Omaggio a F. T. Marinetti
June 7 – November 22, 2009
Nuovo Padiglione Italia
Tese delle Vergini dell’Arsenale Venezia
Curated by Luca Beatrice and Beatrice Buscaroli
“Collaudi”, titolo di un testo letterario fondamentale all’interno della meditazione estetica di Filippo Tommaso Marinetti, è la suggestione con cui, a cent’anni dalla nascita del Movimento, si propone un gruppo di artisti italiani, prevalentemente tra i trenta e i cinquant’anni.
L’idea di fondo intende restituire al Futurismo il ruolo centrale nella storia dell’arte contemporanea italiana, e rendere omaggio sia al fondatore che ai suoi maggiori protagonisti.
“E’ la vitalità nel presente che ci interessa del Futurismo, -spiegano i curatori Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli- prima e unica avanguardia italiana del ‘900. Un movimento aperto alla coesistenza di tutti i linguaggi, da quelli classici come la pittura e la scultura, alle sperimentazioni avanguardiste del cinema d’artista, della fotografia, della performance, dei materiali anomali. Questa visione senza barriere precostituite è esattamente quella che abbiamo voluto adottare, prestando molta attenzione alle opere, progettate e realizzate per l’occasione, non al simulacro dell’opera o al nome dell’artista”.
Tutti i linguaggi dell’arte contemporanea – pittura, scultura, nuove tecnologie, video, installazioni, performance- hanno avuto origine nel Futurismo: un’origine sia teorica che pratica. Gli artisti sono invitati a meditarne e sviluppare le suggestioni che ancora promanano da un movimento le cui potenzialità, vitalità, possibilità, non possono considerarsi esaurite nel secolo scorso.
L’idea che Umberto Boccioni accolse e sviluppò dal marinettiano concetto di arte-vita, di “mettere lo spettatore al centro del quadro”, la poetica degli “stati d’animo” (ossia: “la realtà non è l’oggetto, ma la trasfigurazione che esso subisce nell’identificarsi col soggetto”), il fascino di un’arte in cui spettatore e autore possano condividere la stessa esperienza fino a non riconoscerne più i limiti, lo stesso indefesso e continuo sperimentalismo, il polimaterismo, l’inserimento di suoni e rumori: tutti questi aspetti che sono oggi linguaggi dell’arte trovano radici continue all’interno del movimento.
“Verrà un tempo in cui il quadro non basterà più. (…) Altri valori sorgeranno, altre valutazioni, altre sensibilità di cui noi non concepiamo l’audacia…
L’occhio umano percepirà il colore come emozione in sé. I colori moltiplicati non avranno bisogno di forme per essere compresi e le forme vivranno per se stesse al di fuori degli oggetti che esprimono. Le opere pittoriche saranno forse vorticose architetture sonore e odorose di enormi gas colorati, che sulla scena di un libero orizzonte elettrizzeranno l’anima complessa di esseri nuovi che non possiamo oggi concepire”. Così scrisse il maggior teorico dell’arte futurista, il pittore e scultore Umberto Boccioni.
La sfida lanciata dai futuristi è totale: sarà accolta e messa in atto, ma soprattutto si rivolgerà alle generazioni del futuro.
“I più vecchi di noi hanno trent’anni”! scriveva Marinetti ancora nel Manifesto di fondazione, nel 1909. “Altri verranno dopo di noi”.
-I piu’ vecchi di noi hanno trent’anni-! scriveva Marinetti ancora nel Manifesto di fondazione, nel 1909. -Altri verranno dopo di noi-.
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